La civiltà azteca, o Mexica, come si identificavano essi stessi, fu una delle più grandi e sofisticate culture precolombiane dell'America Centrale. Noti per i loro incredibili successi nell'architettura, matematica e scrittura, gli Aztechi furono anche maestri nell'arte dell'astronomia, che si riflette nel design e nell'uso dei loro complessi calendari. Esploriamo in dettaglio quanto gli astri hanno guidato la civiltà di Tenochtitlán.
Prima di capire come gli Aztechi utilizzavano le loro conoscenze astronomiche, è cruciale comprendere la complessità della loro misura del tempo.
Il Tonalpohualli, o 'conto dei giorni', era un calendario rituale composto da 260 giorni. Rispecchiava cicli astronomici meno intuitivi per gli osservatori moderni ma rivestiva un profondo significato religioso e divinatorio.
Il Xiuhpohualli era il calendario solare, che consisteva in 365 giorni divisi in 18 mesi di 20 giorni, più 5 giorni nefasti alla fine dell'anno "Nemontemi". La sua struttura rispecchia una comprensione dettagliata dell'anno solare.
Gli Aztechi usavano l'astronomia non solo per misurare il tempo ma anche per pianificare eventi cruciali. Questo faceva del calendario un vero e proprio orologio celeste.
Il sole era centrale nel calcolo del tempo. Gli Aztechi sapevano quando avrebbero dovuto piantare e raccogliere basandosi sulle stagioni, che erano definite attraverso l'osservazione delle eclissi, delle solstizi e degli equinozi.
Importante era anche l'osservazione delle fasi lunari, che intervallavano alcuni riti religiosi e sociali. Presumibilmente, anche le eclissi lunari avevano un ruolo nelle predizioni e nelle cerimonie.
Le costellazioni, luminose presenze nel cielo notturno azteco, erano associate a divinità e miti, che si traducevano in profondi sistemi divinatori a seconda delle loro posizioni e movimenti.
Gli Aztechi dimostrano una precisione straordinaria nella loro astronomic calculations. La loro capacità di prevedere eventi celesti era fondamentale per la loro cultura e religione.
Essi costruirono complessi osservatori astronomici, come quello di Monte Albán, che testimonia la competenza e precisione con cui era condotta l'osservazione del cielo.
L’obiettivo degli Aztechi era mantenere l’armonia cosmica, un delicato equilibrio fra mondo umano e divino che si rifletteva nell'osservanza rigorosa dei calendari basati sugli astri.
Forse l'oggetto più iconico legato alla misurazione del tempo azteco è la Pietra del Sole, spesso erroneamente identificata come un calendario. Essa rappresenta in realtà un compendio simbolico dell'universo azteco e delle sue epoche.
Ogni elemento inciso sulla pietra ha un significato astrologico e mitologico, legando gli Dei ai corpi celesti e segnando gli intervalli temporali sacri per gli Aztechi.
L'educazione degli Aztechi includeva lo studio dell'astronomia e la memorizzazione dei calendari, perpetuando la conoscenza attraverso la tradizione orale e le codifiche pittoriche.
In particolar modo, i sacerdoti, chiamati anche "guardiani del tempo", avevano il compito di interpretare i calendari e prevedere eventi futuri, un ruolo che li vedeva mediatori tra la volontà divina e il mondo terreno.
Ognuno di noi può immergersi nella ricca storia culturale e astronomica dei calendari aztechi. Per apprezzare pienamente l'intelligenza di questa civiltà, consigliamo di visitare un museo di antropologia o di leggere opere specializzate sull'argomento.
L'astronomia determinava il calendario agricolo, religioso e civile degli Aztechi, influenzando praticamente ogni aspetto della loro vita quotidiana.
Il sole e la luna erano fondamentali, così come le costellazioni e i pianeti come Venere, quest'ultimo particolarmente osservato per le sue insolite dinamiche di movimento nel cielo.
La trasmissione avveniva tramite l'educazione formale dei nobili e dei sacerdoti, nonché attraverso codici pictografici e la ricca tradizione orale della civiltà azteca.
Artículo actualizado el sábado, 6 de enero de 2024
Nota: las imágenes de este artículo no son reales, se intenta buscar algo más creativo y figurativo.
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