L'osservazione del cielo stellato ha sempre suscitato stupore e curiosità nell'uomo, non da meno nella grandiosa civiltà romana. Dalle divinità astrali ai calendari, passando per le tecniche di navigazione e di agricoltura, il cosmo ha influenzato in modo determinante la vita quotidiana e la cultura di questo popolo antico.
Nell'antica Roma, l'astronomia e la religione erano strettamente intrecciate. Gli dei erano considerati governanti del cielo e ogni corpo celeste aveva il proprio patrono divino. Giove, dio del cielo e del tuono, governava infatti dal suo trono celestiale, mentre Venere era associata al pianeta omonimo, e così via.
Prima del conoscere le straordinarie sfere celesti, dobbiamo però accennare all'impatto della cultura greca. Le conoscenze ereditate, come quelle di Ptolemeo e di altri astronomi ellenici, hanno preparato il terreno alla peculiare astronomico-romana.
Il calendario giuliano, introdotto da Giulio Cesare nel 46 a.C., fu una pietra miliare. Innovativo ed efficace, adottò un sistema solare che corrispondeva maggiormente alla durata effettiva dell'anno, incidendo così su agricoltura, festività e vita politica.
Le festività erano scandite secondo le fasi lunari e i solstizi, e molti eventi sociali e religiosi erano sotto l'influenza degli astri, mostrando quanto profonda fosse l'integrazione dell'astronomia nella cultura romana.
Gli antichi Romani utilizzavano vari strumenti per osservare il cielo, come il groma, lo sfera armillare e la sundial. Ogni strumento aveva il proprio ruolo nell'interpretazione e nella misurazione dei fenomeni celesti.
La navigazione romana si affidava alla conoscenza delle costellazioni. Comprensione delle stelle e abilità nautiche erano essenziali per espandere e mantenere l'enorme impero romano.
Autori come Plinio il Vecchio e Marco Manilio hanno contribuito alla divulgazione dell'astronomia con opere che mescolavano conoscenze scientifiche ad approcci più mistici e astrologici.
Gli almanacchi includevano previsioni astrologiche e segnavano eventi significativi. I Romani erano attenti osservatori di comete, eclissi e altri presagi celesti che potevano influenzare il corso della vita umana.
Sia in città che nelle campagne l'astronomia svolgeva un ruolo chiave. Mentre nelle metropoli essa era spesso legata al culto e alle cerimonie pubbliche, nelle campagne era indispensabile per decidere i tempi di semina e raccolta.
Sapevano che le fasi lunari influenzavano la crescita delle piante e delle colture, quindi basavano il loro calendario agrario su questi ritmi naturali.
L'osservazione delle stelle era anche forma di educazione e intrattenimento. Mappe stellari e poemi astronomici erano diffusi tra l'élite colta e contribuivano all'alfabetizzazione celeste della popolazione.
Con il passaggio della Repubblica all'Impero, il rapporto tra astronomia e potere divenne ancora più stretto. Imperatori come Augusto utilizzarono simboli astronomici per rafforzare la propria immagine e legittimazione divina.
L'imponente architettura romana non era solo espressione di potenza, ma anche di precisi calcoli astronomici. Esempi di questo rapporto sono il Pantheon, con la sua apertura circolare che punta al cielo, e l'Orologio Augusteo.
L'associazione tra dei e pianeti deriva dalla loro interpretazione del cosmo come dominio divino, dove ogni elemento celestiale era sotto l'influenza di una divinità. Questo rendeva il cosmo più familiare e controllabile, poiché era popolato da entità conosciute.
L'astronomia influenzava le pratiche di navigazione, il calendario, l'agricoltura, e la religione. Decidere i tempi migliori per le attività agricole secondo le fasi della luna, o interpretare i presagi naturali come volontà divine era comune.
Il calendario giuliano è sicuramente l'eredità più tangibile, poiché ha influenzato la misurazione del tempo fino all'adozione del calendario gregoriano. Le tecniche di navigazione stellare influenzarono anche l'evoluzione successiva del commercio e dell'esplorazione.
Assaporare l'eredità astronomica romana offre ispirazione e comprensione del nostro passato. Incoraggiare lo studio e la valorizzazione di questa sapienza può mostrare quanto cielo e terra siano profondamente intrecciati nelle radici della civiltà che tutt'oggi è sotto i nostri piedi.
Artículo actualizado el sábado, 6 de enero de 2024
Nota: las imágenes de este artículo no son reales, se intenta buscar algo más creativo y figurativo.
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